Pasolini sulla televisione di massa
"...La
responsabilità della televisione, in tutto questo, è enorme. Non certo in
quanto "mezzo tecnico", ma in quanto strumento del potere e potere
essa stessa. Essa non è soltanto un luogo attraverso cui passano i messaggi, ma
è un centro elaboratore di messaggi. È il luogo dove si concreta una mentalità
che altrimenti non si saprebbe dove collocare. È attraverso lo spirito della
televisione che si manifesta in concreto lo spirito del nuovo potere. Non c'è
dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e
repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista
e le scritte sui cascinali di slogans mussoliniani fanno ridere: come (con
dolore) l'aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è
stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano:
il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione
(specie, appunto, la televisione), non solo l'ha scalfita, ma l'ha lacerata,
violata, bruttata per sempre..."
("Corriere
della Sera", 9 dicembre 1973)
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